La circostanza aggravante di cui all’art. 61, n. 11 bis, c.p. (introdotta con il d.l. 23 maggio 2008 n. 92, convertito con modificazioni, in legge 25 luglio 2008 n. 125) ha natura soggettiva, riguardando le condizioni e le qualità personali del colpevole, poiché attribuisce rilievo unicamente alla condizione della persona illegalmente presente sul territorio nazionale, propria dell’autore del reato.

Pertanto è configurabile anche nella ipotesi in cui non vi sia alcun nesso tra il reato commesso e lo stato di illegale presenza dell’agente sul territorio nazionale, al tempo in cui è stata posta in essere la condotta criminosa, posto che la legge non limita la configurabilità dell’aggravante in relazione a quei reati la cui commissione sia stata agevolata dall’illegale presenza dell’autore sul territorio dello Stato, ovvero che siano stati commessi allo scopo di consentire il suo ingresso illegale nello Stato medesimo o la protrazione della sua permanenza illecita. (Nella fattispecie è stata ritenuta legittimamente applicata l’aggravante di cui all’at. 61 n. 11bis c.p. allo straniero illegalmente presente sul territorio nazionale, che si era reso colpevole del reato di cui all’art. 73 D.P.R. 309/’90).
(Cass. Penale Sez. II, sentenza 26 novembre 2009 – 2 febbraio 2010, n. 4406)

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