La posività ai cannabinoidi e all’MDMA, rivelata dall’esame delle orine, implica unicamente l’avvenuta assunzione di sostanze stufecenti, le cui tracce rimangono anche per giorni nelle orine, ma non necessariamente il fatto che l’imputato fosse al momento in cui guidava ancora sotto l’effetto della sostanza stupefacente in precedenza ingerita.
A tal fine, per consolidata giurisprudenza della suprema Corte, sono necessari ulteriori elementi.
(Tribunale di Bolzano, G.I.P. dott. Pelino, sentenza 15 febbraio – 2 marzo 2011, n. 105)