#NOALPROCESSOPENALEDAREMOTO
Riproponiamo la versione integrale del magistrale intervento dell’Avv. Tullio Padovani nel corso del nostro 5° Convegno di Studi tenutosi a Roma nel dicembre 2015:
“La prova dichiarativa nel processo penale”
La Relazione svolta dall’Avv. Padovani è di grande attualità, poiché il tema trattato è a rischio di estinzione:
“Persuadere e convincere con la parola. Come si costruisce un’arringa difensiva”
Op invita tutti i suoi lettori a sottoscrivere l’appello, inviando una mail all’indirizzo di posta elettronica info@osservatoriopenale.it
NOI DICIAMO NO
Avv. Luca Odoardi – Foro di Roma
Da troppo tempo stanno soffiando sulla fiammella dell’Avvocatura tentando di spegnerla e questo soffio si va via via intensificando.
Se non impedissimmo lo spegnimento con il nostro quotidiano impegno, in breve tempo si arriverebbe a processi sommari, privi di figure di garanzia del Giusto Processo, come accade in quei Paesi, molti dei quali a forte base religiosa, nei quali la figura dell’Avvocato è puramente formale e serve solo ad escludere la riprovazione sociale di aver celebrato un processo senza che all’imputato fosse permesso di nominare un difensore. Quest’ultimo, in tali Paesi autoritari, costituisce solamente la giustificazione e la garanzia sociale che il processo si sia svolto correttamente.
Speriamo di non arrivare mai a tanto!
Avv. Daniele Ingarrica – Foro di Roma
Non posso che essere d’accordo con quanto scritto nell’articolo di Debora Zagami e con l’assurdità della previsione del processo penale da remoto che snatura completamente le basi del processo penale stesso.
Sottoscrivo il vostro appello.
Avv. Francesco Talamo – Foro di Napoli
Contro l’ennesimo tentativo di soppressione delle garanzie costituzionali e dei principi di civiltà giuridica, operato questa volta ignobilmente mediante l’utilizzo strumentale della emergenza epidemiologica, non possiamo più tacere né lasciare spazio ad ulteriori umiliazioni del sistema costituzionale!
Sottoscrivo il vostro appello e auspico un duro intervento di tutte le categorie intellettuali e professionali, compresa la Magistratura!
“Ingoiavano tutto, senza batter ciglio, e ciò che ingoiavano non le faceva soffrire perché non lasciava traccia alcuna, allo stesso modo in cui un chicco di grano passa indigerito attraverso il corpo di un uccello [..] Finché non diventeranno coscienti della loro forza, non si ribelleranno e, finché non si ribelleranno, non diverranno mai coscienti della loro forza” (1984, George Orwell).
Avv. Carla Serra – Foro di Roma
L’oralità, l’anima del processo penale che si unisce alla nostra anima: siamo noi avvocati penalisti, gente abituata a toccare con mano le debolezze dell’uomo, il nostro assistito, che nel processo trasmette, per il nostro tramite, (la comunicazione), ciò che di più profondo e intimo intende portare sul piatto della Bilancia, gente che, ogni giorno, a volte senza alcun riscontro economico, altre senza alcun riscontro di natura umana, spesso interrotti nella nostra discussione, esercita il proprio ruolo e vuole continuare a farlo, nelle aule di giustizia, comunicando con le parole, i gesti, i sorrisi, la rabbia, il nostro essere “persone” al servizio di una funzione sociale che sentiamo come parte pregnante di noi stessi, con la nostra veste che indossiamo e il nostro essere e sentirci difensori all’interno delle aule dei Tribunali, e non in un luogo diverso che non ci appartiene, che snatura il nostro ruolo e con esso si porta via il processo accusatorio.
Vogliamo stare nelle aule di giustizia per difendere e difenderci da chi vuole toglierci anche la libertà di continuare a esercitare la nostra professione che per noi si traduce nella libertà di far valere i diritti dei più deboli, degli ultimi.
Per questo diciamo No AL PROCESSO DA REMOTO, perchè quella mascherina che saremo tenuti a indossare non si trasformerà MAI, per noi in un bavaglio.
Avv. Luciano Guidarelli – Foro di Roma
Aderisco alla iniziativa da parte dell’Osservatorio Penale dicendo no al Processo Penale da remoto.