Confermato in sede di legittimità l’ormai consolidato principio di diritto, secondo il quale la deposizione della persona offesa può essere assunta anche da sola, come prova di responsabilità dell’imputato, purchè sia sottoposta a vaglio positivo circa la sua attendibilità e senza la necessità di applicare le regole probatorie di cui all’art. 192, commi 3 e 4, c.p.p., che richiedono la presenza di riscontri esterni.
Rifacendosi ad un precedente su analoga materia (Cass. I, n. 29372 del 26/06/2010) il Supremo Collegio, apre uno spiraglio ai c.d. riscontri esterni, affermando che, proprio in considerazione dell’interesse di cui la persona offesa è portatrice, soprattutto quando essa si sia costituita parte civile, più accurata deve essere la valutazione e più rigorosa la relativa motivazione ai fini del controllo di attendibilità rispetto al generico vaglio cui vanno sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone: in tale ottica, può concretamente apparire opportuno procedere al riscontro di tali dichiarazioni con altri elementi.
(Cass. Sezione VI Penale, 20/12/2010-07/02/2011, n. 4443)